I
Signori della stampa
Facchini
in scarponi rotolavano con cupi tonfi barili fuori dai magazzini Prince
e li ammonticchiavano sul carro della birreria. Sul natante della
birreria si ammonticchiavano con cupi tonfi barili rotolati dai facchini
in scarponi fuori dai magazzini Prince.
- Ecco qua, disse Red Murray. Alexander Keyes.
- Le dipiacerebbe tagliarlo? disse Mr Bloom, e lo porter� all' ufficio
del Telegraph.
La porta dell' ufficio di Ruttledge cigol� di nuovo. Davy Stephens,
minuscolo nella sua gran gabbana, i ricciolini coronati da un cappelluccio
di feltro, pass� con un rotolo di carte sotto la gabbana, corriere
del re.
Le lunghe forbici di Red Murray tagliarono l'inserzione via dal giornale
con quattro colpi netti. Forbici e colla.
- Passer� io in tipografia, disse Mr Bloom, prendendo il ritaglio.
- Naturalmente, se vuole un trafiletto, disse serio Red Murray, penna
infilata dietro l'orecchio, possiamo farglielo.
- Va bene, disse con un cenno Mr Bloom. Me lo lavorer� io.
Noi.
Come
un si produce un grande organo quotidiano
Mr Bloom
si ferm� dietro la figura mingherlina del proto, fissando la crapa
lucente.
Strano che non abbia mai visto la sua vera patria. Irlanda patria
mia. Deputato di College Green. Ha sfruttato fino alla nausea quella
campagna per l'onesto lavoratore. Un settimanale si regge sulle inserzioni
pubblicitarie e sulle rubriche accessorie e non sulle notizie stantie
della gazzetta ufficiale. La regina Anna � morta.
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Vediamo il piazzista al lavoro
Mr Bloom mise il suo ritaglio sulla scrivania di Nannetti.
- Mi scusi, consigliere, disse. Quest'inserzione, vede. Keyes, si ricorda?
Mr Nannetti fissò il ritaglio un po' e annuì con il capo.
- Lo vorrebbe per luglio, disse Mr Bloom.
Non sente neanche. Nannan. Nervi d'acciaio.
Il proto avvicinò la matita al foglio.
- Un attimo, disse Mr Bloom. Lo vuol cambiare. Keyes, vede. Ci vuole due chiavi in cima.
Che fracasso stanno facendo. Forse capisce quel che io.
Il proto si voltò ad ascoltare pazientemente e, alzando il gomito, cominciò a grattare lentamente sotto l'ascella della sua giacca di alpaca.
- Così, disse Mr Bloom, incrociando gli indici in cima al ritaglio.
Prima facciamogli capire questo.
Mr Bloom, alzando lo sguardo di sbieco dalla croce che aveva fatta, vide il viso giallastro del proto, mi pare che abbia un po' d'itterizia, e laggiù i rotoli obbedienti che alimentavano vaste tele cartacee. Sferraglia, sferraglia. Chilometri di carta srotolata. E poi dove va a finire? Oh, a incartare carne, pacchi: vari usi, mille e una cosa.
Infilando abilmente le parole nelle pause dello sferragliamento disegnò svelto sul legno tagliuzzato.
La Ditta Key(e)s
- Così, guardi. Due chiavi incrociate qui. Un cerchio. Poi qui il nome Alexander Keyes, tè, vino, alcoolici. Eccetera.
Meglio non insegnargli il mestiere.
- Lei lo sa da sé, consigliere, quello che vuole. Poi intorno sopra in neretto: la casa delle chiavi. Vede? Non le sembra una buoa idea?
Il proto spostò la mano che grattava verso le costole inferiori e se le grattò tranquillamente.
- L' idea, disse Mr Bloom, è la casa delle chiavi. Capisce, consigliere, il Parlamento dell'isola di Man. Allusione al governo autonomo. Per i turisti, vede, che vengono dall' isola di Man. Dà nell'occhio, capisce. Può farlo?
Forse potrei chiedergli la pronuncia di quel voglio. Ma poi se non lo sapesse sarebbe un metterlo in imbarazzo. Meglio di no.
- Possiamo farlo, disse il proto. Ha il disegno?
- Posso procurarmelo, disse Mr Bloom. Era in un giornale di Kilkenny. Ha una filiale anche lì. Faccio una scappata e glielo chiedo. Dunque fatelo, e anche un trafiletto per richiamare l' attenzione. Sapete, al modo solito. Spaccio autorizzato
di alcoolici di alta classe. Necessità da tempo sentita. Eccetera.
Il proto rifletté un momento.
- Possiamo farlo, disse. Ma deve rinnovare per tre mesi.
Un compositore gli portò una bozza in colonna tutta floscia.Cominciò a rivederla in silenzio. Mr Bloom gli rimase accanto in piedi, ascoltando i forti tonfi dei macchinari, osservando i compositori silenziosi armeggianti con le cassette dei caratteri.
Colloquio col direttore
- A proposito di quell'inserzione, disse Mr Bloom facendosi strada verso gli scalini, sbuffando e levandosi di tasca il ritaglio. Ho parlato porpio ora con Mr Keyes. Rinnoverà per due mesi, dice. Poi si vedrà. Ma vuole anche un trafiletto per richiamar l'attenzione sul Telegraph, quello rosa del sabato. E lo vorrebbe se non è troppo tardi l'ho detto al consigliere Nannetti come sul Kilkenny People. Lo posso consultare alla biblioteca nazionale. La casa delle chiavi, capisce? Si chiama Keyes, chiavi. Un giuoco di parole sul nome. Ma praticamente ha promesso di rinnovare. Vuole solo che gli batta un po' di grancassa. Che cosa gli devo dire, Mr Crawford?
B.M.C.
-Vuol dirgli che può baciarmi il culo? disse Myles Crwford, con una mossa enfatica del braccio. Glielo dica direttamente da parte mia.
Un po' nervosino. Attenzione alla burrasca. Tutti usciti per una bevuta. A braccetto. Il berretto da spiaggia di Lenehan laggiù a pesca di chi paga da bere. Soliti fiumi di chiacchiere. Chissà se è stato il giovane Dedalus ad avere l'idea. Oggi ha un bel paio di scarpe. L'ultima volta era scalcagnato. Ha camminato nel fango da qualche parte. Sbadato. Che faceva a Irishtown?
- Bene, disse Mr Bloom, tornando indietro con lo sguardo, se posso avere il disegno mi pare che valga la pena di farci un trafiletto. Credo che l'annuncio lo darà. Glielo dirò io...
B.M.R.C.I.
- Può baciare il mio regal culo irlandese, urlò ad altissima voce Myles Crawford voltando la testa. Quando gli pare e piace, glielo dica.
Mentre Mr Bloom soppesava la questione e stava per sorridere il direttore si allontanò a passi nervosi.
(traduzione: De Angelis, Mondadori, Milano 1942) |